IL CAMBIAMENTO

Quando si pensa ad un edificio,
all’edificio che deve contenere buona parte della nostra vita, all’edificio che ci protegge dal caldo e dal freddo, che ci ovatta i rumori, ci nasconde le penombre, che trattiene ed esalta le nostre gioie, ci orienta alle visuali
Non si può non pensare al risparmio energetico, ci dobbiamo imporre l’azzeramento dei consumi
Nelle abitazioni l’obiettivo principale deve diventare il benessere, il confort psico-fisico
Il tutto puntando in primo piano alla sicurezza, portando l’attenzione sulle strutture e sui metodi antisismici.
Progettiamo e costruiamo edifici isolati termicamente ed acusticamente.
E’ importante parlarne ancora.
E’ fondamentale fare cultura.
E’ necessario impegnarci tutti.
Confidiamo, inoltre, nelle nuove generazioni di progettisti e di clienti fruitori che punteranno al confort, al risparmio ed al rispetto per l’Ambiente.

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IL SEGNO

Quando si costruisce un edificio, quando si pavimenta una piazza o una strada, quando si eleva un muro, quando si immette un ponte, quando si piantumano piante, quando si estirpano alberi o si demoliscono costruzioni si deve pensare che si sta per lasciare (anche là dove  si toglie) un segno indelebile sul territorio.

Quel segno vedrà e vivrà il trascorrere del tempo e delle stagioni

Il passaggio degli eventi

Subirà il degradarsi dei materiali

Il corrodersi degli elementi a diversi livelli

Incontrerà la visita di uomini ed animali

Pertanto, prima di iniziare a progettare su carta, ricordiamoci sempre, noi tecnici progettisti, che

stiamo compromettendo un territorio, mutando una visuale, deviando un percorso,

e per questo animiamo, negativiziamo o neutraliziamo un sistema.

Quando si interviene si deve migliorare, abbellire, risistemare, coinvolgere, incastrare, integrare e non peggiorare e contrastare.

Eseguendo, animati da questi principi, si contribuisce a scrivere la storia del luogo.

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Addobbo per un matrimonio

22 settembre 2012

Per un Matrimonio perfetto, due sposi, Amore, tanto… cerimonia e cerimoniale, La Sposa, abito impeccabile, la torta… l’Addobbo.

Se l’addobbo nasce dalle cure e dall’amore di mani esperte, frutto di sguardi attenti… lo si rivede abbinato con la fantasia stampata sulla stoffa dell’abito indossato dalla sposa.

Fabio & Fabiana la cerimonia159Pier Luigi Pacetti 2010

Fondamentale resta comunque il contesto:  chiesa anni  ’50, dalla lunga navata, spoglia di arredi. Pavimento costituito da palladiane color nocciola su impasto color avorio. Panche, leggio, confessionali  lignei lineari, color medio scuro.

Fabio & Fabiana l'addobbo 64Pier Luigi Pacetti 2010-2

Fabio & Fabiana l'addobbo 118Pier Luigi Pacetti 2010Fabio & Fabiana l'addobbo 73Pier Luigi Pacetti 2010

Interessante l’altare con gradoni in marmo, anch’esso marmoreo e di notevoli dimensioni soprattutto per quanto riguarda la larghezza. Questo è l’elemento predominante da tutti i punti della chiesa.

Fabio & Fabiana l'addobbo 113Pier Luigi Pacetti 2010-2

Fabio & Fabiana l'addobbo 114Pier Luigi Pacetti 2010

EVVIVA GLI SPOSI

Fabio & Fabiana la cerimonia113Pier Luigi Pacetti 2010

All’esterno, la facciata della chiesa svetta verso il cielo. Una linea parallela, in marmo bianco su parete in tufo, incornicia il portale. A vigilare tale ingresso due imponenti  giare smaltate in bianco lucido. Queste contengono due piante di conifere appuntite verso l’alto che si porgono come i due guardiani.

Fabio & Fabiana l'addobbo 121Pier Luigi Pacetti 2010-2

Progetto:  Annalisa Bambini

Fotografie:  Pier Luigi Pacetti

Realizzazione:  Annalisa Bambini

Sabina Bordino

Rosita Focarelli

I vasi in laterizio smaltati in bianco sono della Fornace Bernasconi.

 

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Il tetto verde II parte

Nel realizzare un tetto verde si hanno dei vantaggi

Di tipo ambientale : assorbendo il calore, i tetti verdi riducono l’utilizzo degli apparecchi di raffreddamento degli edifici, oltre a filtrare l’aria inquinata, eliminando le particelle in sospensione nell’aria e l’anidride carbonica. Durante gli episodi di forti piogge, le città hanno spesso delle difficoltà ad evacuare l’acqua. Una superficie sufficiente di giardini sospesi aumenta considerevolmente l’assorbimento dell’acqua pluviale, alleviando così la rete fognaria. Riduce l’inquinamento dell’aria intrappolando le polveri sottili. Inoltre, sulla scala di una città i tetti vegetali possono ridurre l’effetto di isola termica e la temperatura della città durante l’estate. Inoltre serve per riportare la natura in città e fornire più abitat ad insetti ed animali che popolano il pianeta per contribuire a garantire la biodiversità.

Economico : una diminuzione di 1°C della temperatura di superficie elimina il 5% della richiesta di elettricità per la climatizzazione e il raffreddamento degli ambienti. Secondo l’esperienza europea, i tetti verdi durano il doppio dei tetti ordinari. Possono anche servire a fini agricoli. Ne è un esempio l’hotel Fairmount Waterfront (Toronto, Canada) sul quale si coltivano erbe, fiori e verdura risparmiando notevolmente sugli acquisti di verdure.

Tecnico : la copertura può garantire una escursione di meno di 30° tra inverno ed estate (contro i 100° cui può arrivare un tetto “tradizionale”), proteggendo di conseguenza la struttura portante del tetto dalla dilatazione e dalla contrazione termica. Comporta un buon isolamento acustico, soprattutto per chi vive in una zona con molto traffico o comunque rumorosa. Permette di ridurre il numero dei canali di scolo fino ad eliminarli completamente con riduzione/annullamento della manutenzione che comportano.

Estetico: indubbiamente è bello da vedere.

Sociale : I tetti verdi offrono un buon isolamento acustico e un’oasi di verde. La tecnologia offre anche possibilità di coltivazione in un contesto urbano che si potrebbe sfruttare per aiutare a nutrire le famiglie dei centri urbani riducendo così il trasporto di verdure dalle campagne verso i centri urbani. Questi vantaggi riguardano sia l’edificio che il quartiere che la circonda, perciò ciascuno di essi merita di essere approfondito. Inoltre l’aspetto paesaggistico può diventare notevole soprattutto per quartieri di piccole case, che potrebbero armonizzarsi completamente con i loro giardini.

Tetto di terra

Il tetto di terra deve essere isolato (sotto la terra) e un’attenzione particolare deve essere rivolta al drenaggio, poiché un tale tetto, già pesante, potrebbe non tollerare un sovraccarico di acqua o di ghiaccio. Alcune di queste abitazioni saranno addirittura realizzate interamente sotto la linea del suolo, mentre altre saranno interrate al nord fino al tetto, lasciando la metà rivolta a sud aperta alla luce. La casa sotterranea è un fenomeno generalmente associato alle regioni aride o semi-aride. Generalmente, più si va verso nord, più si deve abbandonare la casa sotto terra e privilegiare la casa dotata soltanto di un tetto di terra.

Tetto verde

Il tetto vegetale o “tetto vivente”, è una variante nordica del tetto di terra. La terra non è realmente isolante; protegge per via del suo peso, ma non isola. Il tetto vegetale, per la sua leggerezza e l’aria che vi circola, è invece maggiormente isolante. Invece della terra, si utilizza generalmente un compost leggero il cui elemento principale è costituito da scorza, fieno o paglia mescolata con del terriccio e/o con della terra povera. Questo permette di ridurre il peso del tetto dell’80 % rispetto ad un tetto di terra e la povertà del compost impedisce la crescita di piante non molto resistenti (che muoiono ai primi caldi). Tecniche Tecnica antica All’origine, i tetti verdi sono nati da una semplice necessità pratica. Si stendeva la terra o zolle di erba su della scorza di betulla appoggiata sul tetto. La scorza aveva il ruolo di barriera impermeabile, mentre la terra aveva il solo scopo di mantenere ferma la scorza. Che bella alternativa è nata da questa pratica! Tecniche contemporanee Un tetto verde o vegetale si compone essenzialmente di sei strati, partendo dal tetto troviamo:

la soletta: elemento portante realizzato con una pendenza del 2% circa per far defluire l’acqua piovana;

una membrana a tenuta stagna: generalmente in bitume, gomma, poliolefina / TPO / FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC. Fondamentale è che le guaine devono essere antiradice. Le radici hanno un’azione di disgregazione meccanica e di alterazione chimica e sono in grado di perforare le guaine e i manti impermeabili, penetrano al di sotto delle coperture e delle protezioni da cui tenerle lontane per evitare che l’acqua piovana si infiltra negli ambienti sottostanti;

uno strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di argilla espansa, sassi, ghiaia, tavole di polistirolo alveolato e rigato. Le sue funzioni sono il drenaggio delle acque d’irrigazione e piovane in eccesso, accumulo e riserva di acqua per la vegetazione, areazione delle radici, protezione degli strati impermeabilizzanti;

uno strato filtrante: geotessili, materiali costituiti da tessuto non tessuto di fibre di polietilene che permette il passaggio della sola acqua, ostacolando il passaggio di altri elementi;

un substrato di crescita: la terra utile alla piantumazione, costituita da: muschio di sfagno, terriccio, terra nera, compost. Per evitare eccessiva umidità e favorire drenaggio ed areazione il terreno deve essere leggero quindi addizionato con argilla espansa di piccole dimensioni, pomice, torba, lapillo, corteccia. Può essere utilizzato anche il laterizio riciclato proveniente dalla demolizione di edifici che viene selezionato, frantumato e arrotondato;

uno strato vegetale: privilegiare le piante vivaci e indigene più resistenti alle temperature estreme e che si stabiliranno rapidamente per coprire le superfici di suolo in modo da ridurne il prosciugamento dal sole e dal vento. Il coprisuolo ha anche il vantaggio di lasciare poco spazio per le erbe infestanti e di ridurre la manutenzione. La scelta deriva dal tipo di verde pensile, dai gusti personali, dai vantaggi che si vogliono perseguire. La copertura di tipo estensivo Bisogna sempre considerare principali condizioni ed agenti: luce, acqua, temperatura, ph, salinità e nutrienti.

La copertura di tipo estensivo

La copertura di tipo estensivo, particolarmente adatto agli edifici di gradi dimensioni, ai tetti inclinati e alle abitazioni già esistenti, per il loro scarso spessore di substrato (da 3 a 15 cm circa), il loro peso di sovraccarico compreso tra 30 e 100 kg/m² (a capacità massima in acqua), la loro manutenzione è minore rispetto all’altra tipologia (annaffiatura soltanto in caso di siccità prolungata) e la loro vegetazione colonizzatrice e molto resistente (muschi e sedi, graminacee, piante grasse). L’altezza dei vegetali non supera i 25 cm e l’associazione di più varietà conferisce a questi tetti un aspetto multicolore che varia a seconda delle stagioni. Un inconveniente: questo tipo di copertura non è calpestabile, solo per la manutenzione (1-2 interventi l’anno) e non può essere coltivato.

La copertura di tipo intensivo

Il tipo “intensivo” o “semi-intensivo” è raccomandato per le piccole e medie superfici. Lo spessore del substrato è maggiore (da 8 a 30 cm circa) per un peso di sovraccarico compreso tra 120 e 350 kg/m² (a capacità massima in acqua). Permette di accogliere una vegetazione a forte sviluppo radicale e aereo di tipo orticolo come graminacee, tappeti erbosi, piante vivaci o arbusti. Una manutenzione moderata e un’annaffiatura regolare sono necessari. Paragonabile ai giardini tradizionali, fruibile ed è possibile seminare o coltivare ogni tipo di vegetale. Dato il suo peso importante, la costruzione deve essere adatta. È preferibile rivolgersi a dei professionisti per verificare la capacità delle strutture dell’edificio prima di qualsiasi intervento.

Finalmente anche in Italia si sta sviluppando il mercato del “verde pensile”. Anche se l’incentivo al verde pensile non è ancora una realtà diffusa in Italia, va detto che il Comune di Bolzano ha aperto la strada favorendo lo sviluppo dei tetti verdi tramite l’obbligo sulle nuove costruzioni di avere il certificato “Casaclima”. Sul territorio italiano è inoltre presente l’associazione di categoria AIVEP (Associazione Italiana VErde Pensile. La valenza ambientale, architettonica e di arredo, anche a livello urbano delle coperture a verde è molto elevata e sempre più apprezzata e valorizzata.

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Il tetto verde

Fortunatamente l’architettura si inizia a muovere sempre di più verso la Sostenibilità, verso una integrazione della Natura con gli edifici, e verso una ricerca di materiali che siano il più possibile sostenibili. Dalla volontà di integrazione tra Natura e Architettura nascono i giardini pensili, tetti che sono dei veri e propri giardini, elementi verdi che permettono agli edifici di respirare.

L’idea è quella di sostituire la normale copertura del tetto con un vero e proprio giardino, il quale è applicabile sia nei tetti piani di grande superficie che nei tetti inclinati di più ridotte dimensioni. Il Tetto verde è un concetto di copertura che utilizza terra e vegetali al posto della tradizionale copertura in ardesia, in laterizio, in rame.

La costruzione di coperture vegetali è una tradizione di molti paesi scandinavi ed europei. L’insieme di terra e vegetali sui tetti permette di realizzare delle coperture relativamente ben isolate, protette dall’aria e dall’acqua, resistenti al vento e al fuoco. Il tutto tramite materiali facilmente disponibili e reperibili.

Notizie di utilizzo delle coperture verdi dal mondo:

• In Germania, negli ultimi 10 anni, il 10% dei tetti costruiti sono tetti verdi. Un sistema a punti concede una riduzione della tassa ambientale ai promotori immobiliari che progettano case con tetti verdi. A Berlino, ad esempio, la città prende a suo carico il 60% delle spese legate ai tetti ed all’impianto di trattamento delle acque pluviali.

• In Giappone, la città di Tokyo esige che ogni costruzione che occupa più di 10.000 piedi quadrati (929m2) di terreno sia coperta di piante sul 20% della sua superficie.

• Negli Stati Uniti, i tetti verdi sono stati a lungo associati a concetti marginali di architettura bioclimatica, nascosta e ricoperta di terra. Quest’architettura da riparo antinucleare non ha conosciuto una grande popolarità. L’arrivo di nuovi sistemi di coltura più leggeri e le nuove sfide ambientali hanno rilanciato l’interesse per questi tetti. Si parla ora di tetti duraturi che aggiungono qualità della vita alle costruzioni residenziali urbane.

• In Canada, i progetti commerciali e residenziali che includono tetti vegetali sono ancora poco numerosi, ma i prodotti e la competenza sono ora disponibili e numerosi si mettono a sognare tetti-giardino e prati fioriti per il loro condominio o il loro appartamento di città.

• In Francia e in Italia, il concetto, purtroppo, è quasi sconosciuto. Ma questo discende, prettamente, da un fattore culturale.

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RASSEGNA STAMPA: ALCUNI ARTICOLI

Riguardo la mia attività e lo studio  sono usciti alcuni articoli, scritti sulla stampa.

Il primo, al quale tengo particolarmente, è un omaggio al primo giorno, quello della proclamazione in seguito alla discussione della tesi di laurea.

Io, insieme alla mia amica e collega, coinvolgendo per la rappresentazione del  modello in 3D anche un amico che abbiamo in comune, abbiamo partecipato ad un concorso di idee ” Allestimento del museo del ferro e della ghisa” di Follonica. In questa piacevole esperienza ci siamo aggiudicati il secondo premio.

Il progetto è stato premiato mediante un assegno:

A ciò è seguita una mostra e la pubblicazione, sul Museo e sul concorso organizzato dal Comune di Follonica, di un opuscolo nel quale abbiamo scritto un trafiletto spiegando fine e percorso del progetto.

Il sogno di una vita si concretizza il 10 gennaio 2010, con l’inaugurazione dello studio “Architettura & Ingegneria”  locato ad Orvieto.

La scelta del locale da adibire a studio è scaturita anche dalle sue dimensioni che consentono allestimento di mostre e organizzazione di eventi.

Si inizia con una mostra fotografica.

E dopo 11 mesi la cura e l’allestimento della Mostra “Architettura ed Artigianato come Arte”.

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ArredINaturA

Mi vedo promotrice di una linea di arredi per interno (e perché no per esterno) che guardano al sistema ambiente e al benessere psicofisico degli esseri viventi, tutti.

Nel progettarli miro ad adottare criteri di eco-sostenibilità.

La sostenibilità si sostiene tramite la eco-compatibilità.

Eco-compatibilità significa:

–         utilizzare  materiali con ciclo produttivo a minimo impatto ambientale;

–         ridurre, nella produzione e durante il trasporto, le emissioni che si riversano nell’atmosfera;

–         impiegare materiale durevole e possibilmente riciclabile o riutilizzabile.

Fondamentale è la scelta delle materie prime:

–         legno massello, derivante da specie principalmente autoctone (frassino, castagno, rovere, quercus) o di provenienza perlopiù italiana (abete, cipresso);

–         altri materiali diversi, prodotti da riciclo e riutilizzo, per integrazioni pittorico/grafiche (mattoni in laterizio, mattonelle smaltate, dipinti artistici, cuoio, bamboo);

–         assemblaggio dei componenti mediante incastri, viti, perni, colle prive di formaldeide e VOC in genere o metalli pesanti;

–         finitura (colorazioni, trattamenti antiossidanti e antimuffa) ecologici, naturali.

La progettazione la eseguo io, o su mio ideale o su consiglio/richiesta del committente, mentre la realizzazione è eseguita dalle abili mani del Maestro falegname Giorgio Mencarelli.

Si realizzano arredi (ANCHE SU MISURA).

Arch. Annalisa Bambini

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“…architettura e artigianato come arte…”

L’utilizzo dei materiali più vicini e consueti.

La materia dei materiali…plasmata, modellata, fusa, tagliata, ricomposta, assemblata, compattata, allestita…modificata la si ritrova nelle nuove forme, non la si riconosce…ma la si ammira.

Le mani esperte, l’occhio fine, il fine ultimo raggiunto con l’estetica, l’utilità, la funzionalità e la fruibilità.

Il riconoscimento delle maestranze locali.

L’individuo che ne apprezza il lavoro.

INAUGURAZIONE: 11 DICEMBRE 2010


 Partecipano:

ArredINatura

Arte in Mosaico

Basili Fabrizio

Bottega di Efesto

Corrado Nucci

Giorgio Mencarelli

Fabio Fattorini

Fornace Luigi Bernasconi

La Madia

Marina Salvadori

Sante Ciconte

Verde Mela

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“La Materia dei materiali della Bioarchitettura”

Foto: di Pier Luigi Pacetti

Curata: da Annalisa Bambini

 

La Mostra

porta l’attenzione all’origine  della costruzione,

che prima di nascere della mente del progettista

e dalle mani del costruttore

è insita nella materia.

 

Un breve percorso,

attraverso la materia dei materiali edili

più usuali della Bioarchitettura.

 

Lettura:

le immagini seguono un percorso antico

che si origina dalla Natura.

 

 

Fuoco

 

 

 

Terra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Metallo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Metallo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acqua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acqua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Legno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Legno

 

 

 

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