Nel realizzare un tetto verde si hanno dei vantaggi
• Di tipo ambientale : assorbendo il calore, i tetti verdi riducono l’utilizzo degli apparecchi di raffreddamento degli edifici, oltre a filtrare l’aria inquinata, eliminando le particelle in sospensione nell’aria e l’anidride carbonica. Durante gli episodi di forti piogge, le città hanno spesso delle difficoltà ad evacuare l’acqua. Una superficie sufficiente di giardini sospesi aumenta considerevolmente l’assorbimento dell’acqua pluviale, alleviando così la rete fognaria. Riduce l’inquinamento dell’aria intrappolando le polveri sottili. Inoltre, sulla scala di una città i tetti vegetali possono ridurre l’effetto di isola termica e la temperatura della città durante l’estate. Inoltre serve per riportare la natura in città e fornire più abitat ad insetti ed animali che popolano il pianeta per contribuire a garantire la biodiversità.
• Economico : una diminuzione di 1°C della temperatura di superficie elimina il 5% della richiesta di elettricità per la climatizzazione e il raffreddamento degli ambienti. Secondo l’esperienza europea, i tetti verdi durano il doppio dei tetti ordinari. Possono anche servire a fini agricoli. Ne è un esempio l’hotel Fairmount Waterfront (Toronto, Canada) sul quale si coltivano erbe, fiori e verdura risparmiando notevolmente sugli acquisti di verdure.
• Tecnico : la copertura può garantire una escursione di meno di 30° tra inverno ed estate (contro i 100° cui può arrivare un tetto “tradizionale”), proteggendo di conseguenza la struttura portante del tetto dalla dilatazione e dalla contrazione termica. Comporta un buon isolamento acustico, soprattutto per chi vive in una zona con molto traffico o comunque rumorosa. Permette di ridurre il numero dei canali di scolo fino ad eliminarli completamente con riduzione/annullamento della manutenzione che comportano.
• Estetico: indubbiamente è bello da vedere.
• Sociale : I tetti verdi offrono un buon isolamento acustico e un’oasi di verde. La tecnologia offre anche possibilità di coltivazione in un contesto urbano che si potrebbe sfruttare per aiutare a nutrire le famiglie dei centri urbani riducendo così il trasporto di verdure dalle campagne verso i centri urbani. Questi vantaggi riguardano sia l’edificio che il quartiere che la circonda, perciò ciascuno di essi merita di essere approfondito. Inoltre l’aspetto paesaggistico può diventare notevole soprattutto per quartieri di piccole case, che potrebbero armonizzarsi completamente con i loro giardini.
Tetto di terra
Il tetto di terra deve essere isolato (sotto la terra) e un’attenzione particolare deve essere rivolta al drenaggio, poiché un tale tetto, già pesante, potrebbe non tollerare un sovraccarico di acqua o di ghiaccio. Alcune di queste abitazioni saranno addirittura realizzate interamente sotto la linea del suolo, mentre altre saranno interrate al nord fino al tetto, lasciando la metà rivolta a sud aperta alla luce. La casa sotterranea è un fenomeno generalmente associato alle regioni aride o semi-aride. Generalmente, più si va verso nord, più si deve abbandonare la casa sotto terra e privilegiare la casa dotata soltanto di un tetto di terra.
Tetto verde
Il tetto vegetale o “tetto vivente”, è una variante nordica del tetto di terra. La terra non è realmente isolante; protegge per via del suo peso, ma non isola. Il tetto vegetale, per la sua leggerezza e l’aria che vi circola, è invece maggiormente isolante. Invece della terra, si utilizza generalmente un compost leggero il cui elemento principale è costituito da scorza, fieno o paglia mescolata con del terriccio e/o con della terra povera. Questo permette di ridurre il peso del tetto dell’80 % rispetto ad un tetto di terra e la povertà del compost impedisce la crescita di piante non molto resistenti (che muoiono ai primi caldi). Tecniche Tecnica antica All’origine, i tetti verdi sono nati da una semplice necessità pratica. Si stendeva la terra o zolle di erba su della scorza di betulla appoggiata sul tetto. La scorza aveva il ruolo di barriera impermeabile, mentre la terra aveva il solo scopo di mantenere ferma la scorza. Che bella alternativa è nata da questa pratica! Tecniche contemporanee Un tetto verde o vegetale si compone essenzialmente di sei strati, partendo dal tetto troviamo:
• la soletta: elemento portante realizzato con una pendenza del 2% circa per far defluire l’acqua piovana;
• una membrana a tenuta stagna: generalmente in bitume, gomma, poliolefina / TPO / FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC. Fondamentale è che le guaine devono essere antiradice. Le radici hanno un’azione di disgregazione meccanica e di alterazione chimica e sono in grado di perforare le guaine e i manti impermeabili, penetrano al di sotto delle coperture e delle protezioni da cui tenerle lontane per evitare che l’acqua piovana si infiltra negli ambienti sottostanti;
• uno strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di argilla espansa, sassi, ghiaia, tavole di polistirolo alveolato e rigato. Le sue funzioni sono il drenaggio delle acque d’irrigazione e piovane in eccesso, accumulo e riserva di acqua per la vegetazione, areazione delle radici, protezione degli strati impermeabilizzanti;
• uno strato filtrante: geotessili, materiali costituiti da tessuto non tessuto di fibre di polietilene che permette il passaggio della sola acqua, ostacolando il passaggio di altri elementi;
• un substrato di crescita: la terra utile alla piantumazione, costituita da: muschio di sfagno, terriccio, terra nera, compost. Per evitare eccessiva umidità e favorire drenaggio ed areazione il terreno deve essere leggero quindi addizionato con argilla espansa di piccole dimensioni, pomice, torba, lapillo, corteccia. Può essere utilizzato anche il laterizio riciclato proveniente dalla demolizione di edifici che viene selezionato, frantumato e arrotondato;
• uno strato vegetale: privilegiare le piante vivaci e indigene più resistenti alle temperature estreme e che si stabiliranno rapidamente per coprire le superfici di suolo in modo da ridurne il prosciugamento dal sole e dal vento. Il coprisuolo ha anche il vantaggio di lasciare poco spazio per le erbe infestanti e di ridurre la manutenzione. La scelta deriva dal tipo di verde pensile, dai gusti personali, dai vantaggi che si vogliono perseguire. La copertura di tipo estensivo Bisogna sempre considerare principali condizioni ed agenti: luce, acqua, temperatura, ph, salinità e nutrienti.
La copertura di tipo estensivo
La copertura di tipo estensivo, particolarmente adatto agli edifici di gradi dimensioni, ai tetti inclinati e alle abitazioni già esistenti, per il loro scarso spessore di substrato (da 3 a 15 cm circa), il loro peso di sovraccarico compreso tra 30 e 100 kg/m² (a capacità massima in acqua), la loro manutenzione è minore rispetto all’altra tipologia (annaffiatura soltanto in caso di siccità prolungata) e la loro vegetazione colonizzatrice e molto resistente (muschi e sedi, graminacee, piante grasse). L’altezza dei vegetali non supera i 25 cm e l’associazione di più varietà conferisce a questi tetti un aspetto multicolore che varia a seconda delle stagioni. Un inconveniente: questo tipo di copertura non è calpestabile, solo per la manutenzione (1-2 interventi l’anno) e non può essere coltivato.
La copertura di tipo intensivo
Il tipo “intensivo” o “semi-intensivo” è raccomandato per le piccole e medie superfici. Lo spessore del substrato è maggiore (da 8 a 30 cm circa) per un peso di sovraccarico compreso tra 120 e 350 kg/m² (a capacità massima in acqua). Permette di accogliere una vegetazione a forte sviluppo radicale e aereo di tipo orticolo come graminacee, tappeti erbosi, piante vivaci o arbusti. Una manutenzione moderata e un’annaffiatura regolare sono necessari. Paragonabile ai giardini tradizionali, fruibile ed è possibile seminare o coltivare ogni tipo di vegetale. Dato il suo peso importante, la costruzione deve essere adatta. È preferibile rivolgersi a dei professionisti per verificare la capacità delle strutture dell’edificio prima di qualsiasi intervento.
Finalmente anche in Italia si sta sviluppando il mercato del “verde pensile”. Anche se l’incentivo al verde pensile non è ancora una realtà diffusa in Italia, va detto che il Comune di Bolzano ha aperto la strada favorendo lo sviluppo dei tetti verdi tramite l’obbligo sulle nuove costruzioni di avere il certificato “Casaclima”. Sul territorio italiano è inoltre presente l’associazione di categoria AIVEP (Associazione Italiana VErde Pensile. La valenza ambientale, architettonica e di arredo, anche a livello urbano delle coperture a verde è molto elevata e sempre più apprezzata e valorizzata.